Un' immersione sensoriale nella cantina Corte Fusia e nel suo territorio

La giovane realtà vinicola è la new entry nel ristretto club dei "3 bicchieri" del Gambero Rosso.

testo: ELIA ZUPELLI
fotografie:  GIULIA MARTINELLI
Video: SIMONE LAURIA, LETIZIA TROPIANO

La filosofia: “Sentirsi parte del territorio e sentire l’esigenza di volerlo rappresentare attraverso il vino, una delle espressioni più immediate e dirette della terra e di come l’uomo interagisce con essa e i suoi processi”. Un ethos che si traduce in “massimo rispetto e limitata invasività, in vigna come in cantina”. Al centro, il vino: una passione, un istinto radicale e radicato, un sentimento. Enologo il primo, laureando in agronomia il secondo, dopo diverse esperienze lavorative Daniele Gentile e Gigi Nembrini hanno re-intrecciato i rispettivi percorsi umani e professionali fra le vigne del Monte Orfano, un incontro propiziato dall’amore per il territorio e per il Franciacorta DOCG, in tutte le sue varianti.

Tutto questo è Corte Fusia, giovane realtà vitivinicola franciacortina, new entry nel ristretto club dei “3 bicchieri” del Gambero Rosso. Ubicata a Coccaglio in un’antica corte del 1600 ristrutturata, la cantina (www.cortefusia.com) presenta un’area dedicata alle operazioni di vinificazione con vasche di acciaio, i locali dedicati all’affinamento e la sala degustazione. Gli ospiti vengono accolti sotto il caratteristico porticato adiacente la struttura; poco distanti, abbarbicati sul Mont’Orfano, ai suoi piedi a mezza collina e in uno dei punti più in alto,  si stagliano i vigneti: sette ettari in cui vengono coltivati chardonnay, pinot nero e pinot bianco.

A fare la differenza è proprio il Monte Orfano, 451 mslm, più un colle dunque, residuo di un grande delta di un fiume che immergeva i suoi depositi sulle sponde dell’Adriatico, simbolo di questa sottozona della Franciacorta, caratterizzata da temperature leggermente superiori, terreno roccioso, argilloso e mediamente più calcareo rispetto al resto del territorio vocato.

Dal punto di vista geologico è infatti un “conglomerato”: una roccia sedimentaria clastica costituita da elementi ghiaiosi e ciottolosi di varie dimensioni cementati tra loro da sabbie più fini di matrice quarzoso – calcarenitica, argilla rossa e calcare, caratteristiche che si traducono in profonde note minerali, che garantiscono al futuro vino caratteri speciali: corpo e sapore, struttura, complessità e durata nel tempo. Questo fa intendere la profonda differenza e unicità di questo colle rispetto al resto della Franciacorta, e su queste differenze si fonda la filosofia produttiva di Corte Fusia…Il vignaiolo difende il suo territorio, coltiva la sua vigna, raccoglie la sua uva. Vinifica le proprie uve, imbottiglia nelle proprie cantine vende il proprio vino. Trae piacere nel promuovere il frutto del suo lavoro e della sua cultura” sottolineano fieramente Gentile e Nembrini.

“Tutte le nostre vigne erano presenti già nel catasto napoleonico del 1809, e abbiamo buone probabilità di credere che anche la vigna in cima al monte che confina con la chiesetta di San Michele e il Convento dell’Annunciata fosse presente dal 1400, questo a testimonianza dell’assoluta vocazione del nostro territorio alla viticoltura di qualità. I nostri vigneti terrazzati, erano abbandonati, questo perché hanno dei costi di gestione molto più elevati e rese nettamente più basse rispetto alla zone pianeggianti. Ci siamo messi di grande impegno, e con l’orgoglio e la voglia di far rivivere due vigneti secolari, li abbiamo sistemati e recuperati. Molte delle operazioni possiamo farle solo a mano, questo implica un grande impegno di ore lavoro per ettaro, ma la qualità delle nostre uve ci ripaga di tutte queste fatiche”.