Sui lati, disposte in nicchie, si trovano appunto le 14 stazioni, decorate ad affresco, contenenti 198 statue a grandezza naturale in legno e stucco. La maggior parte sono state realizzate dallo scultore camuno Beniamino Simoni a partire dal 1° gennaio 1752. Le statue delle rimanenti stazioni (VIII, IX e forse X) furono realizzate, invece, da Donato e Grazioso Fantoni, che sostituirono il Simoni. Nel 1869, Giovanni Selleroni da Milano completerà l’ultima stazione, la XIV, chiudendo, di fatto, più di un secolo di lavori. Ebbene. Dopo il restauro sulle prime quattro Cappelle (dal 2010 al 2013) e dopo il secondo restauro (dal 2017 al 2018) sulla V Cappella e sulla VIII Cappella, nelle scorse settimane si è concluso il restauro conclusivo che ha interessato le superfici affrescate del santuario e sei cappelle, oltre all’inserimento del nuovo impianto di illuminazione. Quattro anni di lavoro – con restauri sulle statue lignee, ma anche sugli stucchi e sui dipinti che fanno da sfondo alle stazioni della via Crucis – al termine dei quali il Sacro Monte di Cerveno è stato così restituito alla popolazione come venne pensato. L’intervento ha consentito di restituire le originali cromie, alterate e in certi casi stravolte durante i secoli precedenti. I colori sono stati consolidati e integrati con pigmenti naturali e reversibili. Lo stesso è avvenuto con le grossolane aggiunte del secolo scorso sulle statue in stucco, alcune in pessime condizioni, per cui si è dovuto procedere alla rimozione e a operazioni meccaniche di consolidamento; il restauro degli affreschi interni delle cappelle ha permesso infine di restituire i cieli originari e i fondali scenografici decorati con i palazzi di città.