OPERAZIONE “BUFO BUFO”: VOLONTARI IN STRADA DI NOTTE PER RESTITUIRE AI ROSPI IL SACROSANTO DIRITTO ALL’AMORE LIBERO.

Testo: Elia Zupelli

 

Ogni anno migliaia di anfibi rischiano di morire schiacciati da auto e mezzi pesanti mentre attraversano la trafficatissima strada provinciale 76, lungo la costa orientale del Lago d’Endine, nella Bergamasca, per rinnovare l’ancestrale ritualità del ciclo produttivo. I dati raccolti dal “Progetto Rospi” raccontano una storia a lieto fine: dai 10mila anfibi salvati nel 1992 si è passati ai 48.500 di oggi nell’intera regione. Lunga vita ai Bufo Bufo e alle loro ardenti passioni!

La stagione dell’amore viene e va. All’improvviso senza accorgerti, la vivrai, ti sorprenderà. Ma nel caso dei Bufo Bufo – rospi comuni simbolo della Val Cavallina – la stagione dell’amore è tutt’altro che rose e fiori. Anzi. Somiglia più a un viaggio esistenzialista lastricato di beffardi ostacoli e il risveglio dai sogni romantici è spesso brusco e dolceamaro: ogni primavera, infatti, migliaia di anfibi scendendo dai boschi e dalle alture sovrastanti il lago d’Endine verso l’acqua per rinnovare i riti del ciclo produttivo devono attraversare la strada provinciale 76, lungo la costa orientale, battutissima da auto e mezzi pesanti…La migrazione dura svariate settimane (solitamente si protrae dalla prima decade di marzo fino a maggio inoltrato), durante le quali i rospi in love percorrono alcuni chilometri muovendosi quasi tutti contemporaneamente dal crepuscolo fino a notte fonda: il rischio di enormi perdite è purtroppo una costante. Per evitare la strage di massa, da anni la Comunità Montana dei Laghi Bergamaschi posa delle speciali barriere di contenimento lungo i cigli della strada, così che i Bufo Bufo non si avventurino dissennatamente sull’asfalto: un’azione decisiva, che vede in prima linea operai, guardie ecologiche e volontari, impegnati prima a installare gli appositi schermi, quindi a “incanalare” i rospi nei secchi che successivamente vengono svuotati dall’altra parte dalla strada o condizionare il loro percorso obbligandoli verso i cosiddetti tombotti che collegano le due sponde del senso di marcia. Parallelamente, le stesse guardie ecologiche raccolgono anche gli esemplari bloccati ai bordi della strada e li trasportano dal lato opposto, dove saranno liberi di raggiungere l’acqua; la stessa cosa avviene nell’altro senso, quello del ritorno ai boschi e alle tane

Dopo un periodo di permanenza nell’acqua di 5-14 giorni, la maggior parte delle coppie inizia la deposizione, che può durare circa una settimana. Le piccole uova nere, emesse dalla femmina in due lunghi cordoni gelatinosi, vengono subito fecondate esternamente dal maschio.

Muovendosi, la coppia fa sì che i cordoni restino impigliati, ben tesi, nei rami e nella vegetazione del fondo. Terminata la fase riproduttiva i rospi rientrano nel bosco, dove nelle notti piovose, quando la temperatura supera i dodici gradi, cacciano gli artropodi e i lombrichi di cui si nutrono. Da giugno i piccoli rospetti, lunghi circa 1 cm, lasciano laghi e stagni, talvolta in massa e anche in pieno giorno, per infilarsi nei boschi, dove nello spazio di qualche settimana assumono il comportamento notturno degli adulti. 

La preziosa opera di trasporto e salvataggio dei Bufo Bufo è sempre accompagnata dal censimento degli esemplari soccorsi, che vengono registrati specificando il sesso, la specie e la direzione di marcia (andata e ritorno). I dati raccolti nell’apposita banca generale del “Progetto Rospi”, nato nel 1990 in Lombardia, consentono di stabilire la consistenza della popolazione anfibia – che include anche tritoni, rane e salamandre – e di confrontarla con quella degli anni precedenti, con esiti emblematici e decisamente incoraggianti: da poco meno di 10mila anfibi salvati nel 1992 si è passati ai 48.500 di oggi nell’intera regione. Big up!