testo: Ermi, Giampy, Luke, Marco G, Marco R, Monica C, Monica M, Sergio, W
Illustrazione di Roberto
Foto di Nicola Palamini
Mente, corpo, anima. Siamo convinti che per stare bene sia necessario che questi tre elementi rimangano in equilibrio tra loro. Non è raro che i casi di depressione emergano quando il corpo si trova in uno stato di disequilibrio psicofisico, magari causato da traumi o dispiaceri che la vita ti pone davanti. Questi ultimi anni segnati dalla pandemia ci hanno messo tutti a dura prova, facendoci toccare con mano una vita decisamente ripetitiva, che ci ha portati a vivere in maniera più individualista; anni difficili, che hanno fatto capire a tutti noi quanto l’essere umano sia un animale sociale, che beneficia dello stare in compagnia con altre persone e, preferibilmente, standoci bene, in maniera piacevole. Spesso non ci si rende conto di quanto sia importante passare del tempo con chi ci vuole bene, condividendo una semplice ma sana risata con le persone a noi care.
Nei casi di difficoltà della testa, qualcuno sente la necessità di rivolgersi ad uno specialista, ma spesso è frenato da quello che potrebbero pensare familiari e conoscenti nel momento in cui la cosa si venisse a sapere. Eh già, questo accade perché la depressione – o comunque tutte le patologie a livello mentale – fanno ancora oggi parecchia paura. Ma paura di cosa, poi? La strada più giusta e saggia da prendere sarebbe quella di farsi aiutare da chi ha le competenze giuste, senza remore e titubanze, senza sentirsi diversi. La nostra speranza è che si arrivi ad accettare questo tipo di disturbi come semplici malattie uguali alle altre, né più, né meno. In realtà, quando si sente pronunciare la frase prendo psicofarmaci, le persone sono ancora molto spiazzate, per non dire spaventate. Il nostro desiderio condiviso è semplice e va ribadito: è importante poter vivere le patologie della mente in maniera serena, senza pregiudizi, semplicemente come viene affrontato un qualsiasi malanno fisico.
Una frase che non vorremmo più sentire e che troviamo irritante è: metticela tutta, è solo una questione di volontà! Questo, a nostro parere, è un approccio profondamente riduttivo. Certo, la volontà ci vuole, è fuori discussione. Tutte le persone depresse vorrebbero farcela, ma il punto focale è un altro: si potrebbe dire ad una persona che si è rotta un piede, dai, forza, cammina, è solo una questione di volontà? Alla mente succede la stessa cosa, alcune parti del cervello vanno in black out, e solo con una giusta terapia, con l’aiuto di bravi professionisti, si può tornare ad avere una vita normale. La via della guarigione è spesso lunga e difficile, ma poi durante questo cammino sembra proprio di rinascere. Un percorso a ostacoli da affrontare con un approccio terapeutico ricco e multidisciplinare, che vada al di là delle semplici, ma fondamentali, medicine. Sono tante le cose preziose per riuscire a risollevarsi, scrivere è una di queste.
Ricordo quando ero depresso e triste, vedevo tutto nero e non trovavo via d’uscita. Mi sentivo solo con me stesso e mi isolavo dagli altri. Avevo bisogno dei farmaci giusti e di stare in compagnia. Poi, piano piano, sentivo che il mio umore cambiava, cominciavo a sorridere e a vedere che la mia vita prendeva colore. Sono grato a chi mi è stato vicino e fatto uscire da questo spazio buio.
Se mi guardo indietro, posso dire di essere uscito dalla depressione con la voglia di fare, cercando anche strade nuove più difficili, ma ricche di soddisfazioni. Ne sono uscito anche grazie alla pesca, oltre alle pastiglie, che mi hanno aiutato moltissimo a riottenere una vita serena. Certo, è una strada ancora ricca di pericoli e le ricadute sono sempre dietro l’angolo.
Gli amici non sanno cosa sia la mia malattia, probabilmente non soffriranno mai di questo nella vita e vedono il tutto molto distante. Sento un pregiudizio rispetto alla mia condizione e ne soffro. Di conseguenza ho abbandonato diverse persone, forse per sempre. A mio parere, chi ha pregiudizi e non lo esprime è poco civile e poco limpido.
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