“Horama”, l’opera realizzata da Martina Nodari e Chiara Arrigoni, bresciana una e bergamasca l’altra, entrambe studentesse della LABA, è stata esposta in Castello lo scorso febbraio al cospetto di affermati artisti di fama nazionale e internazionale come Michelangelo Pistoletto, Marco Lodola, Viktor Vicsek, Pam Toonen e Masamichi Shimada (la manifestazione, poi replicata a Bergamo, ha chiuso con oltre 300mila visitatori!). Entrambe ventitreenni, Nodari e Arrigoni frequentano l’ultimo anno del biennio di Interior and Green Design, dove l’installazione luminosa ha preso forma nell’ambito del corso di Illuminotecnica, coordinato dai docenti Andrea Paroli e Nazareno Cerquaglia. Gli studenti protagonisti anche con il progetto “Storie di luce”.
Nome in codice: “Horama”. Dietro, un mondo: teorizzato, idealizzato e quindi plasmato come un omaggio al panorama e al paesaggio naturale bresciano – monti, colline, laghi -, elementi messi in evidenza dai materiali e, soprattutto, dai colori dell’illuminazione.
Parole chiave: “Paesaggio, natura, terra, acqua, riflesso, vita”. Suggestioni multiformi che hanno trovato il loro punto di sintesi e di espressione in un progetto pervaso da atmosfere bucoliche e significati classici . Horama come “veduta d’insieme di un territorio, qualcosa che vale la pena di essere visto, uno spettacolo dal punto di vista visivo e percettivo” – e al contempo di prospettive avanguardistiche, iper geometriche e futuribili.
“Esperienza estetica immersiva legata al paesaggio e alla sua travolgente bellezza”, Horama è stata l’unica installazione luminosa inserita nella Festa delle luci “Light is Life” (in scena dal 10 al 19 febbraio scorso in Castello a Brescia, dove ha catalizzato più di 300mila visitatori, e poi a Bergamo, con risultati altrettanto lusinghieri) realizzata da due studentesse, al cospetto di affermati artisti di fama nazionale e internazionale come Michelangelo Pistoletto, Marco Lodola, Viktor Vicsek, Pam Toonen e Masamichi Shimada. Bresciana una e bergamasca l’altra, entrambe giovanissime (23 anni), Martina Nodari e Chiara Arrigoni frequentano l’ultimo anno del biennio del corso di Interior and Green Design all’Accademia di Belle Arti Laba, in città, dove il progetto ha preso forma nell’ambito del corso di Illuminotecnica, coordinato dai docenti Andrea Paroli e Nazareno Cerquaglia, in collaborazione con la Rpp Srl “La nuova luce”, azienda produttrice di progettazione e realizzazione di Sistemi di luci led del Gruppo Nocivelli, che ha fornito supporto tecnico e una generosa sponsorizzazione.
“Nell’ottica di una collaborazione dinamica e sinergica, che vive nel presente ma immagina nuovi scenari per il futuro”, ha sottolineato Laura Salvatore Nocivelli. E come ha ribadito anche Luigi Bracchi, presidente di LABA, dando risalto alla proficua “connessione” con l’azienda bresciana, il cui focus gravita attorno al Facility Management e alle operazioni di PPP (Partenariato Pubblico Privato), e più in generale con la progettualità della stessa LABA, “mai come oggi radicata nel territorio e al tempo stesso aperta verso il mondo, con l’intenzione di offrire agli studenti e alle studentesse concrete opportunità di dialogo professionale e inserimento nel mondo del lavoro”. In particolare, l’installazione si compone di sette triangoli di diverse altezze (due metri i più piccoli, tre metri i più grandi) “scolpiti” in metallo verniciato come richiamo ai monti del territorio posti in modo alternato e disposti in modo circolare intorno a una base tonda. Per creare un rapporto tra l’uomo e l’installazione, Horama dà la possibilità al pubblico di poter vedere e vivere più da vicino l’installazione, grazie a una pedana specchiante a raggiera, inscritta all’interno di un cerchio di sei metri, che permette l’ingresso all’interno dell’opera e crea con essa un’atmosfera di totale fusione, grazie anche all’evocativo contrappunto musicale firmato dalla violoncellista bresciana Daniela Savoldi, già al lavoro con Giorgio Cordini e Gianni Maroccolo. “L’illuminazione rappresenta un fattore fondamentale per Horama – entrano nel dettaglio Nodari e Arrigoni -: fulcro dell’installazione è infatti uno spot centrale di luci Rgb animate, che partono con un’intensità non troppo elevata che man mano si alza variando allo stesso tempo le colorazioni delle luci, dal giallo, al verde e all’azzurro, colori scelti perché associabili ai paesaggi naturali bresciani. Per fornire ulteriori sfaccettature abbiamo poi utilizzato strisce led, lungo i profili dei triangoli, intorno all’intera pedana e all’interno dei triangoli stessi, con l’obiettivo di ricreare un effetto di luce diffusa e leggermente puntiforme all’esterno dei triangoli e generare un gioco di luci sulla base riflettente. Nell’anno in cui Brescia è Capitale Italiana della Cultura, Horama è il nostro personalissimo omaggio a Brescia e al suo territorio: natura, vita, terra e acqua, ma soprattutto luce”. L’opera realizzata da Martina Nodari e Chiara Arrigoni è stata selezionata all’interno di un più ampio novero di progetti realizzati dagli studenti e dalle studentesse della LABA sempre nell’ambito del medesimo corso: Matteo Papa e Paola Zappetti (“Alveo”), Melissa Baresi e Silvia Faliva (“Archetipo”), Veronica Belli ed Eleonora Barbieri (“Triangle of flames”), Anna Pedron e Alessandra Tasca (“Dedalo”), Nicolò Mandelli e Giorgio Valli (“Lucus”), Chiara Cannizzaro e Lisa Giacomazzi (“Oikos”), Erika Cirielli, Cristina Perillo, Chiara Ventimiglia (“Sigma”) sono rispettivamente i nomi degli autori e dei relativi concept, tra visioni contemporanee e flussi espressivi proiettati verso il domani.
Contestualmente, sempre nell’ambito di “Light is life”, LABA ha collaborato attivamente anche al progetto “Storie di luce”, firmato dal direttore artistico della manifestazione Angelo Bonello, nel quale gli studenti sono stati coinvolti attraverso un bando col compito di interpretare e declinare in opere visivo-luminose la storia del territorio, a partire dal Risorgimento, da intendersi “non solo come un periodo storico che ha visto Brescia e Bergamo protagoniste del percorso verso l’indipendenza e l’unità nazionale, ma anche come metafora della rinascita delle due città nella più recente era post-pandemica”.
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