testo: ELIA ZUPELLI
Gli scrittori sono di due tipi: quelli che fanno finta di avere il toro davanti, e fanno due o tre mosse così olé olé, con le banderillas e le picadillas, ma non c’è nessun toro, e quelli che invece sono stati lì per poterlo raccontare, e il toro lo hanno guardato negli occhi”. Burroughs ispira idealmente e selvaggiamente, non serve sottolineare a quale delle due categorie – pur rifuggendo l’etichetta di scrittori nell’epoca in cui scrittori lo sono tutti – noi spericolati di #moltobene sentiamo di appartenere: senza regole ma fedeli a un ethos che ci impone di guardare l’impossibile, vedere l’improbabile, sognare l’incredibile… Ma farlo per davvero, face to face, senza mai distogliere lo sguardo. Dalla realtà come dall’allucinazione. Del resto, questa nostra tanto amata e odiata modernità è ibrida, fatta di incroci e intersezioni, di mescolanze tra il tradizionale e il nuovo, tra il reale e l’immaginifico. E allora eccoci ancora qua, a fluire “on the road” lungo l’asse Brescia- Bergamo (capitali della cultura 2023) sulle tracce degli “esseri mitologici” – tema di questo secondo e intrepido numero – che popolano le valli delle due province: eroi normali e al contempo figure soprannaturali, uomini, donne, semi divinità o spiriti potenti dai poteri mirabolanti, forieri di esperienze limbiche non basate sulle convenzioni ma sulle eccezioni. Miti, tipi, archetipi. Atmosfere oniriche, luoghi fantastici, tracce d’arte disseminate in terre indomabili e sconfinate dove ancora resistono al logorìo del tempo storie, tradizioni e leggende pervase di memorie popolari e folklore boschivo. Soggetti multiformi per un racconto corale che, proprio come il greco mythos, implica “una particolare forma di narrazione creata nel tentativo di dare una spiegazione all’origine del mondo e dell’umanità e ai diversi aspetti della realtà”. Anche e soprattutto quando i confini di quest’ultima si scontornano al punto da trascendere nell’immaginazione e viceversa. Come avviene in queste pagine, dense d’incontri curiosi predisposti all’eccentrico: una “brigade terrible” scesa in campo per scardinare le dicotomie oppositive mente/corpo, animale/umano, primitivo/ civilizzato, organismo/macchina, natura/cultura, analogico/digitale, sacro/profano e rimodulare il codice percettivo #moltobene. Ebbene. Svincolarsi dalle convinzioni, dalle pose e dalle posizioni, rappresenta la fase propedeutica a lambire i confini dell’altrove. Un altrove mai così vicino, mai così a portata di mano. Ancestrale e contemporaneo. Completamente travolto e stravolto dalla passione e dalla lucida follia infusa nel nuovo tassello di questo progetto. Che dire: allacciate le cinture di sicurezza, buon viaggio pare il minimo!
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