Tra Sacro e Profano

Santa Maria della Neve, sconsacrata e trasformata in
un luogo di "culto" della cultura, dell'esposizione e dell'arte.

fotografie: SUSAN PERANI, NICOLA RAUSSE, MARTINO RAVANELLI

Attualmente sconsacrata e adibita a spazio espositivo e attività culturali, la chiesa di Santa Maria della Neve è ancora oggi ubicata ai margini dell’abitato di Pisogne, nell’area nord-est dove un tempo passava la via Valeriana. La facciata principale a capanna è completamente dipinta a fresco, con motivi a losanga contenenti elementi floreali. Il sottogronda è costituito da archetti trilobati intervallati da dipinti a mezzo busto raffiguranti i profeti. Il portale, in pietra simona, si apre nella parte inferiore con piedritti finemente scolpiti con motivi a candelabra, l’architrave mostra al centro il simbolo di San Bernardino e ai lati due profili di santi fra i quali si inseriscono elementi floreali a volute contrapposte. Questi motivi decorativi si ripetono anche nella lunetta a tutto sesto, che si inserisce nella parte soprastante, contenendo la statua della Madonna con Bambino affiancata da due angeli dipinti. Dal lato nord fuoriesce un protiro sorretto da tre eleganti colonne e decorato con preziosi dipinti quattrocenteschi, che ricoprono anche gli archetti trilobati del sottogronda.

Questo elemento architettonico caratterizza l’intera struttura ecclesiale. L’interno presenta un’unica aula divisa in tre campate coperte da volte a crociera, con abside semicircolare. Le pareti sono state interamente dipinte da Romanino con Storie della Passione, morte e resurrezione di Cristo. Le varie sequenze fanno da corollario alla scena della Crocifissione dipinta in controfacciata. Sulle volte si affacciano figure di sibille e profeti con i tipici atteggiamenti dialoganti che caratterizzano lo stile romaniniano. Nell’abside sono conservati due frammenti di affreschi dello stesso autore raffiguranti il corteo dei Re Magi, strappati nella parete laterale della chiesa nel 1878 prima della demolizione del porticato.