fotografie: FRANCESCA LAZZARINI, SUSAN PERANI
Da Colle aperto, attraversando porta Sant’Alessandro, incontriamo via Borgo Canale e Via Sudorno, che seguono a due diverse altezze le anse della collina di San Vigilio. Siamo fuori dalle mura Venete, diretti al complesso monumentale di Astino, in un percorso naturalistico e paesaggistico di grande interesse, su una antica e importante via di comunicazione che da Bergamo portava verso Lecco. Decidiamo di prendere via Sudorno. Il suo nome deriva da Saturno, il Dio contadino rappresentato con la falce, decisamente appropriato su questo versante della collina, baciato dal sole, anticamente terrazzato e da sempre votato alla coltivazione. Ancora oggi la scarola e il lattughino dei colli sono una eccellenza Bergamasca.
L’abbondanza di verde e l’aria balsamica dei colli faranno sì che questa zona diventi nell’ottocento un frequentato luogo di villeggiatura. Nascerà nel 1912 la seconda funicolare di Bergamo che porta a San Vigilio e, tra i primi visitatori, nel 1913 Hermann Hesse tesserà le lodi di questa città. Oggi, questa zona è considerata la Beverly Hills di Bergamo e infatti incontriamo bellissime abitazioni e ville liberty con un affaccio tra i più suggestivi al mondo, è tradizione chinarsi sul muretto con lo sguardo rivolto a sud-est e dire sorridendo “guardamilano”. Nelle belle giornate invernali si dice che si possa vedere anche la madonnina del Duomo.
Non potevano che chiamarsi così le scalette che tagliano la via dedicata al Dio romano dell’agricoltura, infatti sia scorlazzino che scorlazzone derivano dal dialetto bergamasco “scorlass” un grosso falcetto utilizzato per
pulire le piante e i
muretti dai rami.
Nella nostra passeggiata di oggi Milano c’è, si vede e si riconosce per le sagome dei grattacieli dietro una nube giallo-grigio. Ma non finisce qui, anzi. a destra vediamo il monte Resegone, a sinistra Mont’Orfano, le pendici del monte Maddalena e in fondo, lontano, oltre la pianura si intravede la sagoma degli Appennini. Proseguendo, il nostro percorso si incrocia a sinistra con la scaletta dello Scorlazzino*, che scende in via Borgo Canale e a destra lo Scorlazzone*, 162 gradini che portano a San Vigilio.
Incontriamo tante persone, famiglie, gruppi e coppie che chiaccherano, camminano, corrono o pedalano, è un posto bellissimo questo, sereno ma strano, dal clima sempre mite. Sui muretti crescono spontanee le piante di cappero che manco fossimo a Ostuni e poi agavi, ulivi e ancora la normale vegetazione orobica, castagni, pioppi, noccioli, abeti. Proseguiamo. Arrivati al tempio votivo dedicato ai caduti lasciamo via Sudorno e ci affacciamo sulla val d’Astino dove c’è la Chiesa del Santo Sepolcro e il Monastero costruiti nel XII secolo dai Vallombrosani. Siamo arrivati!
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